Dopo il tour che ha permesso di scoprire e selezionare 8 località top tra le località montane italiane, tra paesaggi mozzafiato e tradizioni culinarie sopraffine, dall’ 1 al 4 novembre Vette di Gusto approda a Modena Fiere.
Vette Di Gusto è il format di cucina che celebra l’enogastronomia ed il turismo d’alta quota, per reinterpretare le tradizioni di montagna affinché risultino realizzabili e fruibili per qualsiasi pubblico, compreso quello di città.
Ogni ricetta che ci è stata proposta dagli chef delle località montane durante il tour, verrà rielaborata durante i giorni di Skipass a Modena dalla food blogger Luisa Ambrosini di Tacchi e Pentole e parteciperà al Vette di Gusto Cooking Award, che potrete seguire attraverso le frequenze e le dirette social di Radio Number One.
Otto i blogger ed influencer coinvolti, ed abbinati ciascuno ad una località diversa:
Maria Teresa Calce – My Secret Room (Val Senales)
Cristiana Banchetti – Rimmel a Colazione (Riale)
Valentina Tozza – La Cucina che Vale (Vittorio Veneto)
Monica Bergomi – La Luna sul Cucchiaio (Bormio)
Cristina Mauri – The Good Food Lab (Livigno)
Giovanna Hoang – La Petite Xuyen (Canazei)
Elena Formigoni – Cucinama (Gressoney)
Io sono stato abbinato alla magnifica Cervinia, ed ho avuto l’arduo, ma super stimolante compito di rielaborare la “Seupa à la Vapelenentse” , zuppa contadina a base di pane bianco raffermo e Fontina proposta dallo chef Damiano Cepa di Les Neiges D’Antan.
Ho cercato di ripensare la ricetta per renderla più light (neanche tanto) e più veloce da realizzare, per chi, come molti di noi, non ha tanto tempo da dedicare quotidianamente ai fornelli, ma non vuole rinunciare al gusto e all’idea originaria della ricetta classica.
Seupa à la Vapelenentse light… ma anche no !
Ingredienti
Per 4 persone
200gr di pane raffermo
400gr di bieta
400gr di fontina
200gr di salsiccia di maiale
60gr di tome stagionate e grattuggiate
3/4lt di brodo vegetale
Olio d”oliva q.b.
1 spicchio d’aglio
Come tutti i piatti poveri la Seupa à la Vapelenentse è amatissima dai palati di montagna e soggetta ai cambiamenti del caso.
Non credo che qualcuno potrebbe giurare sul fatto che si facesse in un modo e solo così. E’ una zuppa la cui esistenza risiede nel concetto, fondamentale in cucina, del recupero e dell’adattare il piatto alla realtà della dispensa.
Pane, cavolo e fontina.
In una pentola preparate il brodo di vegetale.
Saltate in padella la bieta con un filo d’olio, peperoncino e poco sale
Sgranate la salsiccia e saltatela in padella fino a quando si sarà fatta la crosticina (senza olio)
Tagliate a rondelle il pane raffermo, che deve essere di un tipo capace di assorbire facilmente il brodo. In genere va bene un pane leggero e già piuttosto secco anche da fresco e strofinate sulle fettine uno spicchio d’aglio.
Tagliate a cubetti la fontina.
Grattugiate le vostre tome stagionate.
Procedete quindi nella composizione a strati nella cocotte: uno strato di pane raffermo, uno strato di fontina, uno di salsiccia, uno strato di biete cotte e sminuzzate, uno strato di tome grattugiate e per finire uno strato di pane.
Si incomincia e si finisce sempre con il pane.
Bagnate uniformemente e abbondantemente con il brodo di carne o vegetale.
Fate cuocere al forno in cocotte ad una temperatura di 200° fino a quando il pane non risulti ben gratinato e dorato in superficie.
Servire in tavola nella cocotte.