Madonie, un viaggio tra sogno e realtà

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Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia.

Forse siamo ancora lì e stiamo ancora sognando. (Leonardo Sciascia)

Giorni di sogni, di visioni, di magica realtà, è questo il tesoro che ci ha donato un indimenticabile tour per la Sicilia più autentica, la Sicilia rurale, la Sicilia delle Madonie.

Finanziato dall’Assessorato dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca, su incarico di ComeUnaMarea onlus e Cerealia Festival, e con il supporto del Consorzio Ballatore, in occasione della VII Edizione della Settimana della Cucina italiana nel Mondo ho avuto il piacere di realizzare un blog tour con Federica e Roberta, alla scoperta dei tesori di un territorio incredibile.

Ok, lo so, sono vergognosamente di parte.

La Sicilia è la mia terra, il luogo dove sono nato, un luogo che non è solo tangibile ma luogo dell’anima, un’immensa Babele di vissuto, realtà e sentimenti contrastanti a volte addirittura opposti, un’emozione che si ripete all’infinito ogni volta che metto piede “a casa”.

La Sicilia è “tanta” per chi la porta dentro, a volte “troppa”, mi appartiene e le appartengo indissolubilmente.

Le Madonie, in siciliano I Marunii,  sono, come recita Wikipedia, una breve dorsale montuosa posta nella parte settentrionale della Sicilia, interamente compresa nella Città Metropolitana di Palermo.
Si trovano ad ovest dei monti Nebrodi e dei monti Peloritani.

Questi ultimi sono compresi nella Città Metropolitana di Messina. Questi tre gruppi montuosi formano l’Appennino siculo,  il granaio della Sicilia.

Il perché di un tour nelle Madonie è presto detto: un territorio ricchissimo da un punto di vista storico, architettonico e culturale.

Le Madonie sono soprattutto il regno dei grani antichi siciliani e del pomodoro siccagno.

La prima tappa del nostro tour nelle Madonie non poteva che essere il territorio del comune al centro di questo meraviglioso pezzo di Trinacria; Valledolmo, dove ha sede la Cooperativa Sociale “Rinascita”.

 

rinascita

Al nostro arrivo, ad accoglierci, oltre al mitico , Calogero Andolina e la sua famiglia, attiva dal 1973 nella produzione di conserve di pomodoro.

L’inebriante profumo della salsa di pomodoro, che mi ha riportato a me bambino, nella cucina assolata della mia super nonna Mary, mentre la osservavo rapito guardandola mentre preparava le conserve.

La Cooperativa produce la salsa di pomodoro siccagno, un pomodoro che cresce solo li, portato a maturazione con l’apporto di pochissima acqua.

Il siccagno, non è una varietà specifica di pomodoro ma piuttosto una tecnica di coltivazione, che con la complicità del terreno, particolarmente argilloso, fa si che si ottenga un prodotto unico per sapidità e profumi.

Il pomodoro viene raccolto a mano e lavorato fresco (entro le 24 ore), contiene poca acqua, molta polpa ed un elevato contenuto zuccherino.

Il “Siccagno” viene sottoposto ad un controllo qualitativo e quantitativo e, solo se risulta conforme, viene poi stoccato in una apposita area in attesa della lavorazione.

E da lì che parte tutta la catena di “montaggio” di cui siamo stati spettatori nel reparto produttivo dell’azienda.

I pomodori, dopo la cernita manuale del prodotto ed una brevissima cottura a vapore, vengono pelati da mani esperte e veloci, per poi proseguire nell’imbottigliatura.

rinascita

E’ sempre da lì che questa eccellenza parte per gli scaffali della GDO e quindi sulle nostre tavole.

Calogero è una persona meravigliosa, un concentrato di poesia, pragmatismo e amore per il proprio lavoro, un Gattopardo moderno, un ambasciatore del territorio madonita nel mondo e, oltre o forse proprio anche per questo, un imprenditore visionario, che ha realizzato il suo sogno.

 

Calogero Andolina

La nostra seconda tappa ci ha portati a conoscere l’unicità dei grani antichi grazie alla visita al Molino MolinOro, un molino che è al confine tra le Madonie e i Monti Sicani.

Molinoro

MolinOro produce farine in modalità semi – artigianale tramite l’utilizzo di macchinari moderni che consentono di ottenere farine di qualità organolettica elevata. Il risultato finale di questo processo si manifesta in quattro diverse linee di produzione (convenzionale, biologica, biologica integrale e Grani antichi) che si distinguono per gusto e proprietà nutritive.

Già ad occhi nudo è la differenza tra grani antichi e moderni è incredibilmente evidente: le spighe dei grandi antichi svettano altissime, inconfondibili rispetto a quelle più “tozze” dei grani moderni.
Del resto, proprio nell’altezza delle spighe – capace di determinare la necessità o meno dell’uso di antiparassitari – si cela “il segreto” dei grani antichi.
A spiegarci come l’alto fusto dei grani antichi ne agevoli la naturale resistenza agli infestanti e, dunque, prevenga la necessità di trattamenti chimici, pensa Calogero – uno dei responsabili del Molino – che ci accompagna così nella scoperta di questi antichi “resilienti” per natura e naturali, che tutt’oggi non richiedono un uso particolarmente impattante di antiparassitari.

 

molinoro

 

Come se la scoperta di produzioni incredibili non fosse sufficiente, ad aggiungere meraviglia alla meraviglia, il nostro tour è stato caratterizzato dalla costante scoperta di scorci inaspettati, di paesaggi unici, di veri e propri angoli di un paradiso che sarebbero anche da soli valsi la pena di un peregrinare meno “ ufficiale” del nostro.

Tra tutti senza dubbio uno dei più suggestivi è quello delle Grotte della Gurfa.

gurfa

 

Supportati da Giuseppe Russo, del Consorzio di Ricerca Ballatore, abbiamo scoperto questo magnifico sito: un monumento di architettura rupestre, cavato nell’arenaria rossastra che compone il nucleo della collina.

Un alone di mistero avvolge queste 6 cavità naturali disposte su 2 livelli, utilizzate nel corso dei secoli in modi e da mondi vieppiù differenti (per certo di tempo in tempo come granai, santuari, necropoli, abitazioni, ricoveri per gli animali; certamente con funzionalità e in modalità che ci sono ancora sconosciute). Difficilmente databile e ancor più difficilmente “intellegibile” quest’opera monumentale sembra risalire al 2500 a.C.- 1600 a.C., ma il suo misticismo e il suo mistero non lascia dubbi sul fatto che di questo luogo resti ancora molto – moltissimo – da datare e scoprire.

gurfa

 

Penultima tappa del nostro tour è Ruralia, una fattoria didattica dedicata alla biodiversità per l’agricoltura e l’alimentazione.

Una sorta di Paese dei Balocchi per chi ama la natura, gli animali e i prodotti della terra.

Un vero avamposto nella difesa della biodiversità della memoria e della cultura alimentare.

Una fattoria autosufficiente con i suoi campi di grani antichi e di legumi, con l’orto e il frutteto, con il bosco e le vigne dove troviamo tantissime varietà autoctone siciliane.

Inoltre, è possibile al suo interno apprendere tematiche legate ai cicli agricoli e alimentari della terra, grazie ad un’aula multifunzionale, la biblioteca rurale e la cucina per la trasformazione delle materie prime che Ruralia produce tutto l’anno.

Appena arrivati ci accoglie con un caloroso abbraccio Rosalia, proprietaria e vera forza della natura.

Ci spostiamo quindi all’interno di un capanno per assistere alla lavorazione del latte di pecora. La natura non aspetta, ha i suoi tempi e bisogna rispettarli per ottenere i suoi frutti.

Assistiamo ad un piccolo prodigio; il latte di pecora, infatti, con un processo perfetto viene trasformato in tuma, primosale e poi in ricotta dall’abile casaro.

ricotta

Dopo tuma, primosale e ricotta, entriamo all’interno di Ruralia, della sua biblioteca e ci approcciamo alle sue altre mille bontà.

Ci aspetta un pranzo luculliano con i frutti della terra di Ruralia; macco di fave, insalata di grano con pomodori e primosale, pasta con acciuga e mollica “atturrata” (abbrustolita con olio evo) servita nella tradizionale “maidda” in legno che, in tempi antichi, era posta al centro della tavolata e da cui tutti si servivano usando le mani come posate.

ruralia

 

Che Goduria!

Come diceva Audrey Hepburn:” La semplicità e la verità sono le sole cose che contano veramente. Vengono da dentro. Non si può fingere”.

Ruralia ci ha quasi commossi, ancor di più, con il dolce finale: la Cassata. Ma non la classica Cassata che tutti conoscono; questa è splendidamente diversa, una cassata contadina fatta con ricotta freschissima delle Madonie e pan di Spagna con farina di grano antico (Maiorca).

 

La nostra visita a Ruralia, termina con una visita agli animali della fattoria: oche, agnelli, cagnolini appena nati e le simpaticissime capre girgentane.

cagnolini

La visita volge al termine ma riusciamo a fare un ultimo ripasso sui grani antichi siciliani, sulla loro storia millenaria e su quanto siano stati fondamentali per lo sviluppo del territorio.

L’ultimo giorno del tour, ci vede protagonisti della visita alla cooperativa Terramia di Castelvetrano in provincia di Trapani, lasciate le Madonie,infatti, ci troviamo in pieno Belice.

Un luogo che negli ultimi decenni è stato protagonista delle cronache per il terribile terremoto e per il controllo che la criminalità organizzata ha esercitato su territorio e popolazione.

La storia della Cooperativa è però una storia di rivalsa e resistenza.

gruppo

Sorge infatti in un sito sequestrato al potere mafioso ed i ragazzi che l’anno costituita rappresentano un vanto per la gente onesta e per chi crede che una nuova storia possa essere scritta.

La cooperativa Terramia si occupa principalmente di lavorazione delle olive e nello specifico della Nocellara del Belice.

nocellara

 

Un’oliva soda e dai colori incredibili che viene lavorata dalle mani sapienti delle maestranze.

Terramia non è però soltanto olive, l’azienda infatti produce anche pasta e conserve per palati sopraffini.

Una moltitudine di prelibatezze che possiamo gustare quotidianamente sulle nostre tavole grazie all’ecommerce di Terramia.

Il tour è giunto al termine e mentre l’aereo decolla dalla pista del “Falcone e Borsellino”, il solito magone mi toglie il fiato.

E mi torna in mente una frase di Federico II di Svevia:

“Non invidio a Dio il Paradiso, sono ben soddisfatto di esser nato in Sicilia”

 

Un grazie speciale ai nostri Videomakers capitanati da Manuele Cirà

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