Nell’immaginario di tutti noi, l’Australia rappresenta l’avventura, la natura selvaggia, l’ultimo confine del Mondo, quasi inarrivabile, tanta è la distanza dall’Italia.
Chi infatti non ha sognato di visitarla, dopo aver visto film come: Australia, La generazione rubata o Mr. Crocodile Dundee, o letto libri come “In un Paese baciato dal sole” di Bill Bryson?
Un viaggio nasce prima di tutto dentro di noi, certi luoghi vengono associati ad emozioni sognate e desiderate.
Cosi è stato anche per me, il “sogno Australia” lo custodisco sin da bambino, la passione immensa per il mare e le immersioni, mi ha portato ad immaginarmi in terre lontane, e la terra della più grande barriera corallina, ha sempre rappresentato “il sogno nel cassetto”.
Il desiderio di venire a contatto con la natura selvaggia e l’idea di immergermi con il “grande squalo bianco” è sempre stato un obbiettivo della mia passione subacquea.
In questo post vi racconterò cosa ha rappresentato per me il viaggio in questa terra lontanissima e ricchissima di avventure il cui ricordo, inevitabilmente mi accompagnerà per la vita.
Come ogni mio tour negli ultimi anni, anche in questa occasione, per organizzarlo al meglio abbiamo deciso di rivolgerci ad EVANEOS, piattaforma web specializzata in organizzazione di viaggi su misura, grazie ad una rete di più di 170 tour operators locali selezionati.
Ed ancora una volta la scelta si è rivelata azzeccatissima, grandissima professionalità ed eccellenti dritte che può dare soltanto un tour operator locale.
Premessa… arrivare in Australia è faticoso, se inizia a stuzzicarvi l’idea di visitare il Paese dei canguri e dei koala, preparatevi ad un viaggio lungo e fisicamente impegnativo, tra scali e tempi di volo ci impiegherete più o meno 22/24 ore, motivo per cui all’andata abbiamo deciso, su suggerimento del tour operator, di sostare una notte ed un giorno a Dubai, capitale di uno dei sette Emirati Arabi.
E’ una città iper moderna, (raggiungibile da Milano con sei ore di volo) con infrastrutture fantastiche, tanto lusso ma a mio avviso poca anima, anche se, chiaramente, non bastano 24 ore per giudicare un luogo, mi ha dato la sensazione di un immenso parco divertimenti.
Trascorsa questa breve pausa, siamo ripartiti, direzione Adelaide… 12 ore di volo e finalmente mettevamo piede in Australia.
Osservare la città dall’alto, mentre ci accingevamo ad atterrare, è stata un’emozione molto forte… il vero viaggio è cominciato li.
Adelaide, detta anche “Città delle Chiese” (si narra che per ogni chiesa che veniva costruita, si costruiva anche un bar per i meno pii), è la capitale dello Stato dell’Australia Meridionale, giovane e dinamica, importante sede universitaria, accoglie ogni anno i più importanti festival musicali e cinematografici del Paese.
E’ una città molto “green”… pure troppo , passeggiare al tramonto nei parchi o nei viali alberati non è esattamente “rassicurante” se avete la fobia dei pipistrelli, vi assicuro che quelli australiani hanno le dimensioni di volpi sovrappeso con le ali… non per nulla li chiamano “flying fox” (volpi volanti).
Detto questo, è una città bella e vivibile, punto di partenza eccellente per le nostre tappe nell’Australia del sud.
Dopo una notte ad Adelaide, utile per riprenderci dalla stanchezza del viaggio e dal fuso orario, abbiamo affittato un’ auto (si guida a sinistra ed il volante e’ a destra, come in Inghilterra e Giappone…), ci siamo diretti a Cape Jerwis.
Percorrendo la B23, si attraversa una delle zone vitivinicole più importanti dell’Australia, vi consiglio se avete tempo, di visitare almeno una cantina, io ho provato dell’ottimo Shiraz. Arrivati a Cape Jervis, abbiamo imbarcato l’auto sul traghetto, e ci siamo diretti verso la seconda tappa del nostro viaggio, Kangaroo Island.
Dopo circa 50 minuti di navigazione, con la compagnia di 4 delfini che hanno scortato la nostra traversata, ci hanno accolto le bianche spiagge di Kangaroo Island.
L’isola non è piccola, ha più o meno la superficie della nostra Valle D’Aosta, vi è una strada principale asfaltata per collegare le varie frazioni dell’isola, ma tutte le altre sono sterrate, quindi vi consiglio vivamente un fuoristrada.
L’isola è famosa per la natura davvero selvaggia, è possibile osservare i più famosi animali australiani nel loro habitat naturale, canguri, wallabies, koala e leoni marini, se amate la natura, è una tappa da non lasciarsi sfuggire.
A tal proposito la visita al Kangaroo Island Wildlife Park , credo sia d’obbligo, non è un classico zoo (non li amo), ma un vero e proprio santuario della natura in cui vengono accolte e curate, più di 150 specie autoctone australiane.
Vi sono diverse possibilità di sistemazione per soggiornare sull’isola, noi abbiamo optato per il Sea Dragon Lodge , delle adorabili villette sul versante est dell’isola, in prossimità del faro, si gode di una meravigliosa veduta, e di fatto si hanno come vicini di casa, famiglie di canguri (animali docilissimi, timidi e per nulla pericolosi).
Trascorso il capodanno in questa fantastica isola, e’ poi arrivato il momento della terza tappa del viaggio, quella che più sognavo, Port Lincoln ed il suo mare, la patria del grande squalo bianco.
Inciso… io credo di aver qualche problema psicologico, quando da piccolo ho visto il capolavoro di Spielberg “Lo Squalo”, anziché come tutti, esserne traumatizzato, ho sviluppato una passione per questo fantastico essere, libero, indipendente e predatore e visto che, per fortuna, è quasi impossibile incontrarlo nel mediterraneo, sapevo che prima o poi sarei andato io a fargli visita.
Port Lincoln è una cittadina piccola e poco interessante, l’unico motivo valido per andare è legato alle escursioni in mare.
Ho scelto di rivolgermi per il mio “grande incontro” a Calypso Star Charters , diving eccellente, con sub esperti e qualificati.
L’escursione comincia molto presto, alle 6.00 del mattino già in barca, ci aspettano due ore e trenta di navigazione, non esattamente confortevole causa mare mosso, destinazione Neptune Island, una striscia di terra in mezzo all’ oceano.
Raggiunto il luogo dell’immersione, calata la gabbia in mare e le esche per attirare gli squali, compare lui… uno squalo bianco maestoso, circa 5 mt.
Vi confesso che vederlo dal vivo è davvero impressionante, uno spettacolo della natura.
Indossata l’attrezzatura, arriva il mio turno, l’acqua all’interno della gabbia è freddissima, ma la visibilità è ottima, il cuore va a mille… e lui è lì, davanti a me, accenna ad un paio d’attacchi alla gabbia, e poi si inabissa… sono stati 30 min. tra i più emozionanti della mia vita, li terrò sempre nel cuore.
Coronato il mio sogno subacqueo è il momento di dirigerci verso la quarta tappa del nostro tour, destinazione Uluru, esattamente al centro dell’Australia, pieno Outback, patria degli aborigeni Anangu, che si rivelerà un’esperienza spirituale molto intensa.
Di questa e delle altre tappe vi parlerò prestissimo nella seconda parte del mio racconto di viaggio… a prestissimo.