
Nella bellissima cornice del “Mondello Palace Hotel“, si sono alternati sul palco dell’iniziativa il Dott. Gaetano D’Anna, rappresentante del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea, il quale ha parlato degli strumenti concessi dal FEAMP e dell’impegno della Regione Siciliana a supporto delle politiche di protezione ambientale, ll presidente di ComeUnaMarea onlus, Dott.ssa Concetta Bruno che si è soffermata sul tema del contrasto alla dispersione delle plastiche nei mari e sulla necessità di porre in essere azioni di educazione ambientale ed il Dott. Giovanni Tomasello, presidente della Società Mondello Italo Belga, che storicamente gestisce le spiagge di Mondello, che ha presentato le attività di promozione socio-ambientali in cui da anni è impegnata sul territorio.
La giornata del 27 si è infine conclusa con la presentazione, in prima nazionale, presso la spiaggia di “Euroyachting”, di “EVERLAND – L’isola di plastica”, opera multimediale di Monica Conversano sull’inquinamento da plastic pollution.

L’ultimo giorno di “EVERLAND – L’isola di plastica” è stato incentrato su aspetti scientifico-ambientali, affrontati durante la conferenza “Il Mediterraneo fra emergenze e risorse”.
E’ intervenuta la Dott.ssa Paola Gianguzza docente UNIPA DISTeM,, che ha presentato gli ultimi dati, davvero allarmanti sulla condizione dei nostri mari, affermando che se non si corre subito ai ripari con comportamenti e politiche virtuose, si rischia in breve tempo un tracollo della situazione, con conseguenze irreparabili per il mediterraneo.
Ma per fortuna, grazie alla scienza, abbiamo gli strumenti per combattere tutto ciò.
Shosuke Yoshida, del Kyoto Institute of Technology, e colleghi di altri istituti giapponesi, hanno scoperto infatti che bastano due enzimi ai batteri della specie Ideonella sakaiensis 201-F6 per degradare il polietilene tereftalato, o PET, la plastica usata in gran parte del packaging, soprattutto per fabbricare bottiglie, tale scoperta è davvero rivoluzionaria, perché apre la strada a nuove soluzioni dei problemi ambientali dovuti alla dispersione di plastica fortemente resistente alla biodegradazione.
E’ stato scoperto inoltre, dal dipartimento di Chimica dell’Università del Colorado, un nuovo polimero (un polimero è una macromolecola), Il nuovo materiale mostra molte delle caratteristiche che rendono la plastica utile.
È forte, resistente al calore e leggero, ma, a differenza della prima, può essere scomposto e riciclato infinite volte, riportandolo allo stato originario.
Oltre ad avere la possibilità di essere riutilizzato più volte, ha un altro vantaggio che lo rende unico, ovvero un processo di riciclo sostanzialmente green.
Può essere realizzato in pochi minuti senza la necessità di sostanze chimiche tossiche o consumi energetici massicci perché avviene a temperatura ambiente.
Concluso l’intervento della Dott.ssa Gianguzza, è stata la volta del Prof. Silvano Riggio di UNIPA, esperto di biologia marina che ha posto utili osservazioni sulle azioni a protezione dell’ecosistema mediterraneo.