Panchina letteraria: “Bianco Letale” di Robert Galbraith

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Biancoletale

Quando nel luglio del 2013 viene reso noto che Robert Galbraith è in realtà lo pseudonimo dietro il quale si cela la famosissima autrice della saga di Harry Potter, la stessa Joanne K. Rowling se ne rammarica un poco, perché sperava di poter ancora continuare quell’esperienza liberatoria di scrivere romanzi di un genere diverso da quello al quale doveva la sua celebrità, per il puro piacere di attirare un pubblico che la apprezzasse senza preconcetti, come un autore esordiente.

Il primo libro della serie di Cormoran Strike, un investigatore privato, veterano della guerra in Afghanistan, con una personalità e un passato complessi, intitolato “Il richiamo del cuculo “, viene accolto dal pubblico e dalla critica come un esordio molto promettente, ma letteralmente esplode, aumentando le vendite, dopo la rivelazione della vera identità dello scrittore.

Da allora sono stati pubblicati altri tre romanzi gialli della serie, di cui l’ultimo lo scorso 4 febbraio è appunto il nostro “Bianco Letale“, titolo che mi ha subito molto incuriosito .

La trama:

In una Londra in subbuglio per l’imminente svolgersi dei Giochi Olimpici del 2012,

Cormoran e la sua socia Robin, hanno acquisito notorietà dopo la cattura dello Squartatore di Shacklewell e quindi l’agenzia non è più in bolletta come in passato, ma dalle ultime esperienze i loro rapporti sono un po’ tesi, ci sono tanti “non detto“ e apparenti incomprensioni.

Billy fa irruzione nella sede dell’agenzia in Denmark Street , visibilmente in stato psicotico, e racconta  a Cormoran di un efferato crimine al quale sembra egli abbia assistito anni prima, quando era piccolo.

I dettagli sono davvero pochi e la sua salute mentale pregiudica notevolmente la credibilità del suo racconto, ma esso lascia una traccia in Cormoran che, nonostante Billy sparisca, decide di indagare.

In questa indagine, si innesta un altro caso che ha a che fare con un ricatto ad un importante parlamentare, il Ministro della Cultura… Corm e Robin si ritrovano a lavorare sotto copertura tra i vicoli di Londra, le camere del Parlamento e una residenza di campagna maestosa e decadente.

Cosa nascondono gli incubi di Billy?

Cosa vi piacerà:

Il romanzo è lungo e l’autrice ha ambizioni non completamente soddisfatte… la tentazione di saltare qualche pagina è reale, soprattutto laddove i sentimenti e le sensazioni che Corm e Robin provano l’uno per l’altra sono inconcludenti e degni di un romanzo d’appendice ottocentesco.

Ma io amo la serie e ho perdonato, vorrei invogliarvi a fare altrettanto, a favore di un’ottima trama e di uno stile narrativo pulito ed evocativo, che permette al lettore di immergersi nel racconto, di apprezzare tutti i personaggi, caratterizzati in ogni particolare nonché la descrizione del tessuto sociale inglese.

Una chicca vincente:

Le citazioni che ritroviamo all’inizio di ogni capitolo di “Bianco Letale” sono tratte dal dramma di Ibsen “ Rosmersholm “che calzano perfettamente con il contenuto degli stessi ,trama e tessuto intimamente connessi.

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