E’ una storia di passione, entusiasmo e professionalità quella del Ristorante Ottocentodieci, a Sannazzaro de Burgondi, in piena Lomellina all’interno dell’Hotel Eridano (piano dehors).
La storia di due sorelle napoletane Annalisa e Veronica Magrì, che decidono di dedicare “anema e core” ad un progetto imprenditoriale che le vede protagoniste da tre anni a tanti chilometri di distanza da casa, 810 per l’appunto i km che separano Sannazzaro da Napoli.
Il loro “regno” è contraddistinto da un design moderno ma per nulla freddo, la sala è elegante, ma accogliente, guidata con sapiente maestria dal maître Benito Langella, solide esperienze in prestigiosi hotel e ristoranti di Milano come il raffinato Palazzo Parigi, attento a ogni dettaglio, accompagna con garbo e professionalità i clienti lungo il “viaggio culinario” che, chi sceglie Ottocentodieci, si appresta a compiere.
Ma è anche la storia di Rigels Tepshi, talentuosissimo chef di origini albanesi, che dopo numerose esperienze professionali di altissimo livello in ristoranti quali “Trussardi alla Scala” e “Seta” al Mandarin a Milano, nonché in prestigiose location in Liguria e Sicilia, decide di mettersi in gioco in un’avventura tanto affascinante quanto impegnativa.
La sua è una cucina di territorio ed evocativa (con evidenti influenze partenopee), precisa e sentimentale in cui gli ingredienti sono protagonisti rispettati e coccolati da una mano precisa e creativa.
I piatti sono tutti perfettamente bilanciati, caratterizzati da abbinamenti originali che però trasmettono il legame forte dello chef con la cucina classica.
Ma Rigels Tepshi, ha una qualità su tutte che lo rende un vero fuoriclasse dei fornelli, la passione, che trasmette in ogni suo piatto.
Il suo infatti, è un approccio appassionato e gentile, in cucina si respirano armonia e amore verso questa professione.
Sentimenti che conquistano chi, come me e le mie compagne di avventura Francesca Vivere per Raccontarla, Chiara Con un viaggio nella testa, Cristina Good Food Lab ed Elena Cucinama, condivide una predilezione totale per il cibo di qualità.
Oltre ai piatti, tutti squisiti (indimenticabili i ravioli ripieni di zucca bertagnina con pompelmo rosa, pepe di Timut su brodo di salame d’oca di Mortara e l’antipasto di lumache con cavolo nero, cipolla e ribes) degno di nota il ricchissimo cestino del pane “home made”, una vera coccola per i commensali.